L’Importanza dell’Innovazione e del Cambiamento nella Gestione Aziendale e Durante le Situazioni di Criticità
Nel corso degli anni ho accumulato una vasta esperienza nel gestire casi di crisi d’impresa e posso affermare con certezza che la crisi può essere considerata una benedizione, poiché spinge all’innovazione e alla creatività. Il cambiamento è fondamentale per la sopravvivenza dell’azienda e della vita stessa. Come affermava Charles Darwin, non è la specie più forte o intelligente a sopravvivere, ma quella più predisposta al cambiamento.
L’ambiente di business è in costante evoluzione, e se non ci si adegua, si rischia di rimanere indietro e di subire una crisi. È importante comprendere la storia dell’impresa e l’ambiente circostante prima di effettuare un intervento per capire quale rotta prendere. Michelangelo passava molto tempo a osservare la consistenza del marmo prima di iniziare a scolpirlo, così come noi dobbiamo comprendere la realtà prima di effettuare un cambiamento. È fondamentale superare lo status quo e scardinare le vecchie abitudini per far emergere il potenziale dell’azienda. In questo modo, si può trasformare la crisi in una grande opportunità di crescita e successo. I tratti comuni che all’interno degli alberghi possono scatenare situazioni di criticità sono diversi, e alcune di queste possono essere così intense da compromettere la stessa continuità aziendale.
Riconoscerli è fondamentale, in modo da poter intervenire preventivamente. In precedenti articoli abbiamo analizzato le cause e ipotizzato delle soluzioni, ma è importante sottolineare che persistere in determinati modelli gestionali e comportamentali può rendere la problematica stratificata e difficile da risolvere. Spesso, come vedremo in questo articolo, il problema è innanzitutto di tipo culturale. Aziende ancorate alla mentalità del passato, spesso con modelli di gestione patriarcali, rischiano di esporsi a periodi di criticità che possono comprometterne irrimediabilmente la situazione se non si adattano al cambiamento. Qui di seguito alcune casistiche tipiche:
1) Assenza di un efficace modello di controllo della gestione e dei flussi di cassa In queste aziende la gestione è sempre per cassa e mai per competenza. Sembra strano che al giorno di oggi, e ben prima del Covid, si possa gestire una azienda in questo modo, ma i vari progetti consulenziali e di riorganizzazione seguiti hanno confermato la frequenza di questo tipo di criticità. Un modello di questo tipo compromette anche il momento decisionale che non ha basi analitiche.
2) Assenza di rilevazione, gestione o organizzazione dei dati. In un mondo che ha nel dato uno degli elementi di maggior valore, ci sono realtà che non curano questo loro patrimonio, non si alimentano anagrafiche e database, non si confrontano dati su base annuale o mensile, non si rileva l’incidenza della produzione sui singoli giorni della settimana in relazione ai vari account clienti e molto altro. La mancanza di questo tipo di rilevazione compromette la strategia commerciale che non avendo fonti certe spesso prende decisioni sulla scia dell’impulsività. In queste realtà ” le opinioni ” spesso del fondatore, contano più dell’oggettività dei dati.
3) Abbiamo sempre fatto così .Modello gestionale quanto mentalità stratificata nelle consuetudini e non in grado di intercettare sia il cambiamento che l’evoluzione
4) È colpa di…. Aziende di questo tipo sono perennemente alla ricerca di un colpevole, che ovviamente non è mai il loro modello gestionale , ma sempre qualcun altro: la politica, le ota, il comune, i dipendenti, i fornitori…
5) Io sono il più bravo di tutti è il resto del mondo a non capire nulla. Tipico atteggiamento di alcuni fondatori che alimentano il loro ego con i ricordi. Accentratori, restii alla delega, questo tipo di imprenditori generalmente lasciano spazio troppo tardi, spesso in coincidenza di una età anagrafica molto avanzata. Subentrare in situazioni di questo tipo è spesso catalogabile come una delle crisi di più difficile risoluzione visto che, generalmente, questi modelli non dispongono neanche della prima linea manageriale e quindi totalmente privi di competenze.
6) Immobilismo del personale. Aziende di questo tipo non conoscono la meritocrazia ed il personale rimasto in azienda è quello che più si è plasmato, nel corso del tempo, a modelli gestionali errati. Il metro di giudizio non è la produttività ma la fedeltà a dei modelli anacronistici. Il personale in questi casi entra in zone di comfort sempre a discapito dell’azienda. Il capo azienda è costantemente circondato da figure assertive abituate ad assecondarlo. In realtà questo tipo di personale ha come unico obiettivo la difesa del suo posto di lavoro, non sono inoltre presenti stimoli professionali e spesso quindi non si sono inserite risorse adeguate.
Queste situazioni, alcune al limite del paradossale, sono ancora ampiamente diffuse nel comparto alberghiero italiano. Se il settore vorrà cogliere le sfide del futuro dovrà necessariamente ripensare se stesso ed i modelli gestionali relativi. Il Covid è stato un elemento cruciale nell’accelerare il cambiamento e proiettare le aziende in uno scenario completamente diverso dal passato, caratterizzato da una maggiore competitività sul mercato, un ampio utilizzo della tecnologia per la relazione con il mercato e la vendita, nonché la necessità di organizzare e motivare in modo sempre più efficace i dipendenti dell’organizzazione. Queste saranno le sfide del futuro.
Autore:
ROBERTO NECCI Presidente del centro studi della Federalberghi Roma e Imprenditore alberghiero